Le prime banche? Una storia tutta italiana!

 



È in epoca medievale che avviene un ulteriore sviluppo dell’attività bancaria. Erano gli orefici a offrire due servizi fondamentali: uno era la valutazione della purezza delle diverse monete d’oro e d’argento e l’altra era proprio il deposito del denaro. Con un piccolo sforzo di immaginazione dobbiamo pensare che, a un certo punto, un orefice toscano o qualche intraprendente collega ligure abbia iniziato a custodire somme di denaro e a restituire una ricevuta in cambio: la cosiddetta “nota di banco”, chiamata così perché era solitamente firmata sul banco dell’orefice. Ed è sempre in epoca tardo-medievale, per sfuggire al pericolo legato al trasporto di beni preziosi, che i sovrani e i nobili dell’epoca iniziarono a utilizzare delle lettere di credito, gli antenati degli attuali assegni bancari.

Molto spesso poteva accadere che nobili e regnanti offrissero addirittura dei titoli nobiliari invece che restituire il prestito. È il caso della famiglia de’ Medici che ha ricevuto la Signoria di Firenze al posto di un’ingente somma di denaro. Pensa cosa accadrebbe se anche oggi pagassimo così i debiti! È così che le famiglie de’ Medici, Bardi Peruzzi, divennero in poco tempo tra gli istituti di credito più influenti in Europa in epoca pre-rinascimentale.

La prima banca intesa in senso moderno, però, nacque a Genova nel 1406 e si chiamava Banco di San Giorgio. Fu il primo organismo a occuparsi di gestire il debito pubblico e in quanto tale era riconosciuto come un’istituzione pubblica di cui i cittadini si fidavano più che del governo stesso.

Tuttavia, dobbiamo aspettare qualche secolo per vedere la nascita della prima banca come la conosciamo oggi. Si tratta della Banca d’Inghilterra istituita nel 1694, la prima autorizzata all’emissione di denaro e capostipite delle banche ottocentesche.


Fonti:

focusjunior.it

sapere.it

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