Nuova tecnica fa ricrescere i capelli all’80% dei pazienti sotto cura.

 



I ricercatori dell’Idi di Roma hanno svolto la cura su 168 persone con alopecia androgenetica: lo studio è il più importante mai realizzato per numero di individui coinvolti 


Perdere i capelli può essere un vero e proprio dramma personale, sia per gli uomini che per le donne. Ancor di più se si è giovani. La caduta può infatti essere vissuta come una perdita dell’immagine personale o addirittura dell’identità individuale. Anche di questo hanno tenuto conto gli studiosi dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata Irccs di Roma, i quali hanno sviluppato una terapia biologica e cellulare che si basa sull’infiltrazione di derivati del sangue, ottenendo grandi risultati: all’80% dei pazienti in cura per alopecia androgenetica sono ricresciuti i capelli.


È un intervento di medicina rigenerativa

La ricerca in cui viene illustrato il metodo è stata pubblicata dalla rivista scientifica americana Dermatologic surgery. Dallo studio emerge la rilevanza di alcune proteine e delle piastrine nel sangue, combinate con l’utilizzo di un emo concentratore, creato e realizzato da una società italiana. L’emoderivato, iL-PRF, è plasma ricco di globuli bianchi, piastrine e fibrina. Il metodo prevede un prelievo di sangue, poi il plasma viene separato attraverso l’emo concentratore. Successivamente si inietta il plasma nella zona dove è avvenuta la caduta. Il procedimento può essere ripetuto più volte e non ha effetti collaterali gravi: in alcuni casi è stato accusato dai pazienti un gonfiore o un bruciore nei primi tre giorni di somministrazione, problema che si è risolto in modo spontaneo nei giorni successivi. La tecnica rientra nel campo della medicina rigenerativa che da anni è utilizzata per curare malattie come l’artrosi.


Testata su 168 pazienti

É la più importante ricerca mai realizzata per numero di pazienti. Sono state 168 le persone che hanno preso parte al test, di cui 66 donne e 102 uomini. Soffrivano tutti di alopecia androgenetica e sono stati seguiti per tre anni. L’età media è di 28 anni per gli uomini e di 36 per quanto riguarda le donne. Durante lo stesso periodo è stato seguito anche un gruppo di controllo con pazienti a cui non era stata sottoposta la terapia e ne è stato verificato il peggioramento. Secondo Giovanni Schiavone, autore della ricerca e responsabile dell’Unità di Medicina rigenerativa, la tecnica “potrebbe riguardare anche chi ha perso i capelli per colpa della chemioterapia”.


✅ di: tg24.sky.it

✎Facebook Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.