Luciani, il Papa che voleva eliminare la massoneria dal vaticano morì 33 giorni dopo la nomina

 


Albino Luciani,il Papa che voleva eliminare la massoneria dal vaticano morì 33 giorni dopo la nomina.Ma nessuno ne parla per coprire queste logge massoniche

Ancora molte ombre avvolgono la morte di Giovanni Paolo I, alias Papa Luciani, il quale fin dall’inizio aveva mostrato le sue intenzioni: liberare la Chiesa Cattolica dalla massoneria e liberare lo IOR (la famosa banca vaticana) dalla morsa dell’avidità che l’aveva resa una banca qualunque (che addirittura aveva numerosi azioni nelle industrie di armi!).

In coincidenza con l’elezione di Luciani venne pubblicato un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, buona parte dei quali, erano del Vaticano. La lista era stata diffusa da un piccolo periodico «O.P. Osservatore Politico» di quel Mino Pecorelli destinato a scomparire un anno dopo l’elezione di Albino Luciani in circostanze mai chiarite. [1]

Dopo anni ancora non si sa con certezza se Papa Luciani sia morto naturalmente o con qualche “aiutino”, anche perché per legge (chissà come mai il Vaticano ha deciso di metterla…) non si può effettuare l’autopsia sul corpo del più alto cittadino del Vaticano. Ma una cosa è certa. Ed è il fatto che Papa Luciani fosse quasi ossessionato dal liberare la sua Chiesa dall’iscrizione degli ecclesiastici alla massoneria.

La morte quasi immediata dopo trentatre giorni di pontificato, suscitò incredulità e stupore, sentimenti accresciuti dalle titubanze del Vaticano nello spiegare il come, il quando ed il perché dell’evento. In questo modo, l’incredulità diventò prima dubbio e poi sospetto. Era morto o l’avevano ucciso? Il Vaticano cambiò diverse volte la versione dei fatti e non fu mai fatta l’autopsia. [2]

Ecco cosa scrive Federico Succi [3]:

La sera prima della sua morte il Papa aveva avuto un violento litigio con il Cardinale Baggio, prelato che non ha mai nascosto, né smentito la sua appartenenza alla massoneria. Luciani amava fare lunghe passeggiate, nei giardini vaticani, in compagnia del Cardinal Villot, iscritto alla Loggia di Zurigo, tessera numero 041/3.

Non esattamente il miglior confidente, visto che il Papa ripeteva spesso al Cardinale di voler liberare la Chiesa dalla massoneria, a cominciare dalla Segreteria di Stato. Un pensiero continuo questo, che assillava la mente del Papa, il quale chiedeva con insistenza ai prelati di portargli qualunque documento avessero con se e che riguardavano la massoneria.

Diversi porporati consegnarono tutto ciò che era in loro mani e che Luciani custodiva gelosamente, tenendo i documenti non nel suo ufficio, ma nella sua stanza da letto, sul termosifone. Quando venne ritrovato il corpo senza vita del Pontefice i documenti erano spariti, volatilizzati, come se non fossero mai esistiti.

Eppure c’è chi giura che la sera prima, augurando la buonanotte al Papa, i documenti erano sempre li, al loro posto. Un mistero che si continua a protrarre e che si protrarrà in attesa di un eventuale chiarimento sulla vicenda.

Il libro dello scrittore inglese passa in rassegna tutti gli elementi di quel fatidico 1978 fino a sospettare sei persone dell’omicidio di Albino Luciani: il Segretario di Stato Jean Villot, il cardinale di Chicago John Cody, il presidente dello I.O.R. Marcinkus, il banchiere Michele Sindona, il banchiere Roberto Calvi e Licio Gelli maestro venerabile della Loggia P2. [4]

Giuseppe Ardagna scrive [5]:

Perché e soprattutto chi ha fatto sparire dalla camera del Papa i suoi oggetti personali? Dalla stanza di Luciani scompariranno gli occhiali, le pantofole, degli appunti ed il flacone del medicinale Efortil. La prima autorità di rango ad entrare nella stanza del defunto fu proprio Villot, accompagnato da suor Vincenza (la stessa che ogni mattina portava una tazzina di caffè al Papa) che verosimilmente fu l’autrice materiale di quella sottrazione. Perché la donna si sarebbe adoperata con tanta solerzia per far sparire gli oggetti personali di Luciani? Perché quegli oggetti dovevano sparire? Domande destinate a restare senza risposta anche in considerazione del fatto che la diretta interessata è passata a miglior vita.

Una curiosità per chiudere l’argomento: sulla scrivania di Luciani fu trovata una copia del settimanale «Il mondo» aperta su di un’inchiesta che il periodico stava conducendo dal titolo: «Santità…è giusto?» che trattava, sotto forma di lettera aperta al pontefice, il tema delle esportazioni e delle operazioni finanziarie della banca Vaticana. «E’ giusto…» recita l’articolo «…che il Vaticano operi sui mercati di tutto il mondo come un normale speculatore? E’ giusto che abbia una banca con la quale favorisce di fatto l’esportazione di capitali e l’evasione fiscale di italiani?»


Di_http://www.dionidream.com/albino-luciani-massoneria-vaticano/

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Cattura


 

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